giovedì 31 ottobre 2013

Come l'acqua consuma la pietra

Immagina una montagna…
Dalla sua cima la vista è meravigliosa
Vorresti esserci, ma la vetta sembra così lontana che perdi la speranza di raggiungerla
Rinunci dicendo: “Non ci arriverò mai”
La verità è che i passi di coloro che hanno raggiunto la cima non erano più lunghi dei tuoi....
Ma hanno solo continuato a mettere un piede davanti l’altro.
Non sono i miracoli a fare accadere l’impossibile, ma la perseveranza.
È così che l’acqua consuma la pietra.

Serdar Özkan
La timidezza delle rose

mercoledì 23 ottobre 2013

Un buon insegnante

Un buon insegnante non è affatto quello che sa tutto. E’ quello che ti ascolta e si fa piacevolmente ascoltare. Fa il suo lavoro con passione e ha il dono di farti innamorare di ciò che insegna. Dando il meglio di sé, ma soprattutto tirando fuori il meglio di te.

Agostino Degas

Educarli ad appassionarsi

Rimane la necessità di dover comunicare loro non solo il piacere della vita ma anche la passione della vita; di educarli non solo a dire la verità, ma anche ad avere la passione per la verità. Vederli felici non ci può bastare. Dobbiamo vederli appassionati a ciò che fanno, a ciò che dicono e a ciò che vedono.
Gianni Rodari

Più creativi,inventivi,scopritori....critici

L'obiettivo principale dell'educazione nelle scuole dovrebbe essere la creazione di uomini e donne capaci di fare cose nuove, non semplicemente ripetere quello che altre generazioni hanno fatto; uomini e donne creativi, inventivi e scopritori, che possono essere critici e che verificano, e non accettano, tutto ciò che viene loro offerto.
J. Piaget

giovedì 17 ottobre 2013

Il dono

Ogni mattina, il potente e ricchissimo re di Bengodi riceveva l'omaggio dei suoi sudditi. Aveva conquistato tutto il conquistabile e si annoiava un po'.
In mezzo agli altri, puntuale ogni mattina, arrivava anche un silenzioso mendicante, che porgeva al re una mela. Poi, sempre in silenzio, si ritirava.
Il re, abituato a ricevere ben altri regali, con un gesto un po' infastidito, accettava il dono, ma appena il mendicante voltava le spalle cominciava a deriderlo, imitato da tutta la corte.
Il mendicante non si scoraggiava.
Tornava ogni mattina a consegnare nelle mani del re il suo dono.
Il re lo prendeva e lo deponeva macchinalmente in una cesta posta accanto al trono.
La cesta conteneva tutte le mele portate dal mendicante con gentilezza e pazienza. E ormai straripava.
Un giorno, la scimmia prediletta del re prese uno di quei frutti e gli diede un morso, poi lo gettò sputacchiando ai piedi del re. Il sovrano, sorpreso, vide apparire nel cuore della mela una perla iridescente.
Fece subito aprire tutti i frutti accumulati nella cesta e trovò all'interno di ogni mela una perla.
Meravigliato, il re fece chiamare lo strano mendicante e lo interrogò.
"Ti ho portato questi doni, sire - rispose l'uomo -, per farti comprendere che la vita ti offre ogni mattina un regalo straordinario, che tu dimentichi e butti via, perché sei circondato da troppe ricchezze. Questo regalo è il nuovo giorno che comincia".
Bruno Ferrero - Cerchi nell'acqua

mercoledì 16 ottobre 2013

RENDERSI CONTO DI AVERE LE ALI

Un grande re ricevette in omaggio due pulcini di falco e si affrettò a consegnarli al Maestro di Falconeria perché li addestrasse. Dopo qualche mese, il maestro comunicò al re che uno dei due falchi era perfettamente addestrato.
"E l'altro?" chiese il re.
"Mi dispiace, sire, ma l'altro falco si comporta stranamente; forse è stato colpito da una malattia rara, che non siamo in grado di curare. Nessuno riesce a smuoverlo dal ramo dell'albero su cui è stato posato il primo giorno. Un inserviente deve arrampicarsi ogni giorno per portargli cibo".
Il re convocò veterinari e guaritori ed esperti di ogni tipo, ma nessuno riuscì a far volare il falco....
Incaricò del compito i membri della corte, i generali, i consiglieri più saggi, ma nessuno poté schiodare il falco dal suo ramo.
Dalla finestra del suo appartamento, il monarca poteva vedere il falco immobile sull'albero, giorno e notte.
Un giorno fece proclamare un editto in cui chiedeva ai suoi sudditi un aiuto per il problema.
Il mattino seguente, il re spalancò la finestra e, con grande stupore, vide il falco che volava superbamente tra gli alberi del giardino.
"Portatemi l'autore di questo miracolo", ordinò.
Poco dopo gli presentarono un giovane contadino.
"Tu hai fatto volare il falco? Come hai fatto? Sei un mago, per caso?" gli chiese il re.
Intimidito e felice, il giovane spiegò: "Non è stato difficile, maestà. Io ho semplicemente tagliato il ramo. Il falco si è reso conto di avere le ali e ha incominciato a volare".

BRUNO FERRERO, Ma noi abbiamo le ali

domenica 13 ottobre 2013

Sandro Pertini, sempre molto attuale...

 "Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: «Tenete indietro la folla!». Poi andai al CLN e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla morgue. Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra. Però, Oriana, bisogna anche capirlo il popolo. Bisogna capirla la plebe che ha sofferto infamie e miserie e prepotenze e, appena può, infila in una picca la testa della contessa di Lamballe. Bisogna allargare le braccia e dire: «Te lo sei voluto, contessa di Lamballe»."
(Sandro Pertini, intervista di Oriana Fallaci da «L'Europeo», 27 dicembre 1973)

martedì 8 ottobre 2013

Se saprai starmi vicino


Se saprai starmi vicino,
e potremo essere diversi,
se il sole illuminerà entrambi
senza che le nostre ombre si sovrappongano,
se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo
e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere....

Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
e non il ricordo di come eravamo,
se sapremo darci l'un l'altro
senza sapere chi sarà il primo e chi l'ultimo
se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia...

Allora sarà amore
e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

Pablo Neruda

Tutto si può cambiare

Non accettare l'abituale come cosa naturale. Perchè in tempo di disordine, di confusione organizzata, di umanità disumanizzata, niente deve sembrare naturale. Niente deve sembrare impossibile da cambiare.

Bertolt Brecht

Ora come allora


"Il forte si mesce col vinto nemico
Col novo signore rimane l'antico
L'un popolo e l'atro sul colle vi stan
Dividono i servi, dividono gli armenti
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha”...

Cosi Manzoni descriveva il popolo italiano
Allora come ora!

domenica 6 ottobre 2013

Il gabbiano Jonathan Livingston

“Un gabbiano…è un’infinita idea di libertà, senza limite alcuno, e il vostro corpo, da una punta dell’ala a quell’altra, altro non è che un grumo di pensiero.”

“Il gabbiano Jonathan Livingston” di Richard Bach

"Il gabbiano Jonathan Livingston" di Richard Bach è un romanzo breve in cui il protagonista è un volatile. Al di là del testo, che può sembrare in un primo momento fin troppo semplice e forse elementare, narra, infatti, la storia di un gabbiano che scopre la bellezza di librarsi nel cielo, a differenza dei suoi compagni, ai quali interessa solo poter volare per procurarsi il cibo, si cela il significato profondo della vita: la ricerca della libertà. Quella libertà alla quale tante persone ambiscono, quella libertà per la quale tanti individui sono costretti a lottare, ma soprattutto quella libertà che ti rende unico. Il piccolo e anticonformista Gabbiano Jonathan riesce ad intravedere una nuova via da poter seguire, una via che lo allont...ana dalla banalità e dal vuoto del suo precedente stile di vita, e comprende che oltre che del cibo un gabbiano vive "della luce e del calore del sole, vive del soffio del vento, delle onde spumeggianti del mare e della freschezza dell'aria...". Jonathan desidera solo poter volare, compiendo così quel gesto considerato tanto inutile, e far partecipi della sua gioia anche i suoi amici, facendo captare loro la sua pienezza, la sua meravigliosa scoperta di quanto sia importante e bello poter e saper volare: ma questi non lo capiranno, accecati da quei valori materiali nei quali intravedono l'unica ragione di vita, e soprattutto fermati dal timore di cambiare, arrivando persino a cacciarlo dallo stormo, vedendolo come una sorta di minaccia. Jonathan diventa così un simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore quando sa di essere nel giusto, nonostante i pregiudizi degli altri; di chi prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica: una specie di "guru" istintivo e alla mano ma non per questo meno efficace nel suo insegnamento.Lo scrittore Richard Bach in questo piccolo romanzo riesce a spiegare quanto sia importante vivere pienamente le proprie passioni, anche quando non vengono capite o condivise e ci mostra il sentimento di libertà che è insito in ognuno di noi, uomo o animale, sentimento che non deve essere trascurato, ma che anzi va curato per farci sentire appagati."
(fb -Ricordati di essere felice)