domenica 3 maggio 2009

COMUNICARE...genitori e figli

Chi si accinge ad affrontare l’impresa di crescere un figlio, sente la necessità di “apprendere” tecniche e metodi e ha paura di commettere errori anche nelle cose più semplici. La preoccupazione di essere un buon genitore, la consapevolezza della gravità del compito a cui si è chiamati nel diventare genitori, prevedono riflessioni, confronti e scelte continue di atteggiamenti da assumere nei diversi contesti. Sopra a ogni cosa c’è il voler dare di tutto e di più. Quanto è difficile, spesso, per molti genitori, costruire relazioni profonde, intese intense di valori che vanno al di là del dare materiale! Ed ecco allora che ai figli manca la capacità di appassionarsi alle idee, immersi in una sorta di materialismo e consumismo estremo e con un vuoto immenso nell’anima. I ragazzi non vogliono essere ricoperti e soffocati di tutto, hanno, piuttosto, bisogno che i loro genitori parlino con loro, li aiutino a capire che oltre c’è dell’altro, che è in fondo all’animo che devono ricercare il senso della loro esistenza, la serenità e la forza necessaria per affrontare la vita. E’ attraverso il “Comunicare” continuo al genitore, le emozioni, paure, fantasie, che si stabilisce la vera sintonia "affettiva" e il figlio cresce in modo armonico e sereno. Non si tratta di comunicazioni sterili, ma del vero e proprio dialogo, il parlarsi per condividere contenuti, emozioni, sentimenti, problemi. Ma il tempo dedicato alla comunicazione oggi è ridotto, forse, al minimo storico! Oggi si parla poco, si guarda tanta televisione, tanta navigazione su Internet, radio, sport, sms e telefonate agli amici, il tutto a spese del dialogo familiare! Il problema è che le famiglie (genitori e figli) non riescono a comprendere che tutti i loro rapporti, i loro conflitti e anche il loro amore, sono in funzione del distacco. Tempo addietro il concetto di distacco era assente o era addirittura negato: si pensi a quanti genitori pretendevano che i figli vivessero con loro anche dopo che si erano sposati. Il risultato erano incomprensioni a non finire. Il distacco è il momento in cui un figlio decide di vivere la propria vita, di camminare con le proprie gambe. È chiaro che l'amore resta immutato, ma il rapporto deve continuare attraverso una comunicazione efficace e funzionale basata sull'ascolto che deve essere empatico e non giudicante. Questo permette di capire le reali richieste dei figli, il sostegno che inconsciamente richiedono sempre ai genitori riguardo alle loro scelte. Un rapporto di dialogo e confronto teso a creare senso di fiducia, affetto, rispetto, mantenendo vivo il senso di appartenenza.

Gli individui che nell'infanzia non hanno dovuto subire violazioni alla loro integrità

e a cui è stato consentito di sperimentare protezione, rispetto e lealtà da parte dei loro genitori,

da giovani e anche in seguito saranno intelligenti, ricettivi, capaci di immedesimarsi negli altri e molto sensibili.

Godranno della gioia di vivere...

Alice Miller -"La persecuzione del bambino"


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