Viviamo in un mondo in cui gli animi sono pervasi da tanta pochezza!
Siamo bombardati da troppi messaggi pubblicitari, che anche se costruiti al fine di commercializzare un prodotto, influiscono nella formazione di ideali e convinzioni dell’individuo. I programmi proposti dalle televisioni esaltano la pochezza umana e sembrano disinteressati a trasmettere ideali o messaggi positivi.
I bambini guardano troppa televisione e attraverso essa si fanno un’idea della realtà in cui vivono. I più piccoli subiscono gli effetti di ciò che vedono e tendono ad imitare idoli proposti dallo schermo costellati da molta violenza.
Le ragazze sognano di diventare veline e inseguono spesso uno stereotipo di bellezza irraggiungibile, vivendo in modo problematico il proprio corpo e da questo, a lungo andare, ne deriva un’insoddisfazione così profonda da rendere la qualità della vita poco gratificante. Il desiderio di voler diventare come qualcuno che si apprezza non per meriti, ma solo per bellezza, potrebbe favorire oltre che disturbi dell’immagine corporea, anche patologie del comportamento alimentare molto gravi. Il telefonino e ivideogiochi stanno distruggendo la fantasia, la creatività, l’attenzione per il mondo. I giovani, anche i più piccoli, passano le giornate con questi aggeggi in mano, inviando un numero illimitato di sms, giocando, e di fatto sviluppando una forma di incomunicabilità irreversibile.
Prestano scarsa attenzione verso chi e cosa li circonda, chi soffre, l’amico che ha bisogno di ascolto, il richiamo di tutto un mondo intorno, gli stimoli culturali, la voglia di conoscenza, niente li tocca, ciascuno è impegnato a costruire il proprio esasperato egoismo. Questa è la realtà dei giovani, quegli stessi giovani che a causa di un mondo troppo virtuale non trovano il supporto adeguato per affrontare le difficoltà della vita, perché viene anche meno il contatto umano.
Occorre che l'uomo riacquisti la consapevolezza di dover riequilibrare gli assetti, altrimenti, inesorabilmente, l'umanità, tecnologicamente avanzata, si avvierà a percorrere la strada dell'autodistruzione.
Quando i giovani battono l'ali per levarsi dalla vita consueta,
quando esce loro dal cuore,
strano e incompreso a loro stessi,
il grido della vita,
quando chiedono d'essere uomini veramente
- questo non è che "sete di sapere",
si dice,
e con l'acqua del sapere
si spegne la loro fiamma.
Eugenio Garin - la Riflessione Di Michelstaedter
Siamo bombardati da troppi messaggi pubblicitari, che anche se costruiti al fine di commercializzare un prodotto, influiscono nella formazione di ideali e convinzioni dell’individuo. I programmi proposti dalle televisioni esaltano la pochezza umana e sembrano disinteressati a trasmettere ideali o messaggi positivi.
I bambini guardano troppa televisione e attraverso essa si fanno un’idea della realtà in cui vivono. I più piccoli subiscono gli effetti di ciò che vedono e tendono ad imitare idoli proposti dallo schermo costellati da molta violenza.
Le ragazze sognano di diventare veline e inseguono spesso uno stereotipo di bellezza irraggiungibile, vivendo in modo problematico il proprio corpo e da questo, a lungo andare, ne deriva un’insoddisfazione così profonda da rendere la qualità della vita poco gratificante. Il desiderio di voler diventare come qualcuno che si apprezza non per meriti, ma solo per bellezza, potrebbe favorire oltre che disturbi dell’immagine corporea, anche patologie del comportamento alimentare molto gravi. Il telefonino e ivideogiochi stanno distruggendo la fantasia, la creatività, l’attenzione per il mondo. I giovani, anche i più piccoli, passano le giornate con questi aggeggi in mano, inviando un numero illimitato di sms, giocando, e di fatto sviluppando una forma di incomunicabilità irreversibile.
Prestano scarsa attenzione verso chi e cosa li circonda, chi soffre, l’amico che ha bisogno di ascolto, il richiamo di tutto un mondo intorno, gli stimoli culturali, la voglia di conoscenza, niente li tocca, ciascuno è impegnato a costruire il proprio esasperato egoismo. Questa è la realtà dei giovani, quegli stessi giovani che a causa di un mondo troppo virtuale non trovano il supporto adeguato per affrontare le difficoltà della vita, perché viene anche meno il contatto umano.
Occorre che l'uomo riacquisti la consapevolezza di dover riequilibrare gli assetti, altrimenti, inesorabilmente, l'umanità, tecnologicamente avanzata, si avvierà a percorrere la strada dell'autodistruzione.
Quando i giovani battono l'ali per levarsi dalla vita consueta,
quando esce loro dal cuore,
strano e incompreso a loro stessi,
il grido della vita,
quando chiedono d'essere uomini veramente
- questo non è che "sete di sapere",
si dice,
e con l'acqua del sapere
si spegne la loro fiamma.
Eugenio Garin - la Riflessione Di Michelstaedter
Nessun commento:
Posta un commento