Le sue bellezze avevano esercitato una specie di
magica ascendenza su di me e sentivo che sarebbe stata eterna.
Avevo la sensazione che qualsiasi cosa avessi visto in
futuro non avrebbe suscitato in me sensazioni altrettanto piacevoli ed
indelebili.
Di questo non ho dubbi.
Anzi, ho la presunzione di affermare che in
nessun’altra parte d’Europa la natura ha tracciato in modo così magnifico le
linee che il genio e l’opera umana devono seguire o gli sforzi dell’arte
migliorare."
Così il letterato tedesco Richard Keppel Craven
scriveva nel 1821 all’indomani di un suo lungo viaggio in Calabria.
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